In questo secondo articolo della nostra breve guida affronteremo un argomento molto importante, che riguarda tutti: la perdita di autosufficienza.
L’Italia è il secondo Paese al mondo, dopo il Giappone, con il maggior numero persone longeve. Secondo l’ISTAT, a inizio 2023 gli ultrasessantacinquenni erano 14 milioni e 177 mila (il 24,1% della popolazione totale). Di questi, gli ultraottantenni sono 4 milioni e 530 mila (il 7,7% della popolazione totale).
Nell’arco della vita che si allunga sempre di più, il rischio di diventare non autosufficienti a causa di una malattia, di un infortunio o anche solo per il naturale invecchiamento, è un evento sempre più probabile. Sempre secondo l’ISTAT, in Italia vivono quasi 4 milioni di anziani non autosufficienti (circa il 28,4% della popolazione over 65).
Cosa significa essere autosufficienti?
Si parla di perdita di autosufficienza quando si perde, in parte o del tutto, per un periodo limitato o perpetuo, la possibilità di svolgere le normali funzioni della vita quotidiana come muoversi, lavarsi, mangiare e lavorare.
Spesso si collega la perdita di autosufficienza esclusivamente all’anzianità, ma non è così. L’autosufficienza può essere a rischio anche a seguito di una malattia o di un evento accidentale, a prescindere dall’età anagrafica.
Quali sono i costi per affrontare la perdita di autosufficienza?
Quando una persona diventa, per qualsiasi motivo, non autosufficiente, si presentano solitamente tre scenari:
– contare sull’assistenza di un proprio familiare, con tutto quello che comporta a livello psicologico e di impatto sulla vita privata;
– farsi aiutare da una persona esterna, se si può sostenere il costo che ne consegue;
– ricorrere ai servizi di una struttura specializzata in assistenza;
La spesa pubblica per la non autosufficienza (spesa sanitaria, per indennità di accompagnamento e per altre prestazioni) ad oggi ammonta a circa 38 miliardi (circa il 2% del PIL) ed è prevista in crescita al 2,8% nel 2070. La spesa privata, per le RSA e per l’assistenza domiciliare, è stimata in circa 33 miliardi (1,7% del PIL).
Quale soluzione può supportarci in caso di perdita di autosufficienza e quando è meglio pensarci?
La copertura assicurativa, che forse pochi conoscono e che interviene in questi casi, è la LTC (Long Term Care- Assistenza a lungo termine), che attraverso una rendita vitalizia, stabilita dal contraente, garantisce la possibilità, alla persona assicurata, di affrontare le spese da sostenere nella vita quotidiana, in caso di eventi che determinino una perdita di autosufficienza o per la naturale perdita dovuta all’invecchiamento.
Attraverso la copertura LTC, si ottiene il diritto a percepire una rendita periodica nel momento in cui si verifica la non autosufficienza; l’importo della rendita può essere prestabilito in modo forfettario o può variare in base al grado di autosufficienza.
In alternativa alla rendita, si può ricevere:
- il pagamento di un capitale
- il rimborso delle spese di assistenza
- un’assistenza diretta presso istituti di cura convenzionati
Le polizze LTC prevedono il versamento mensile o annuale di un premio, detraibile dalla dichiarazione dei redditi, che varia a seconda della rendita che si intende garantirsi, in caso di perdita di autosufficienza dovuta a invecchiamento, incidenti o malattie.
Erroneamente si potrebbe pensare che sia una spesa da affrontare solo dopo una certa età ma questo significherebbe sottoporsi al rischio di “pensarci quando è ormai troppo tardi” o di dover affrontare un costo eccessivo a causa della maggiore età. La copertura LTC rientra tra le coperture fondamentali per qualsiasi persona.
Pensiamo, ad esempio, ad un lavoratore autonomo, che a seguito di un incidente stradale perde la capacità funzionale di lavorare e di occuparsi autonomamente della cura della propria persona. Quale impatto economico avrebbe sulla sua vita e su quella dei suoi famigliari?
Le polizze LTC possono essere:
- temporanee – in tale caso il diritto alla rendita si ottiene soltanto nell’eventualità in cui la perdita di autosufficienza insorga durante il periodo di validità del contratto;
- a vita intera – in tale caso la rendita si ottiene al momento della perdita di autosufficienza, a prescindere da quando si verifica, e per tutta la vita dell’assicurato.
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