Il 16/03/2020 il CDM ha emanato il Decreto Legge “CURA ITALIA” per aiutare PMI, micro imprese, famiglie, commercio e artigianato. La manovra stanzia i primi 25 miliardi in deficit, che non saranno sufficienti a gestire lo stop dell’economia in un tempo ancora purtroppo indeterminato. Probabilmente, si dovranno stanziare ulteriori risorse, per salvaguardare gli operatori economici (famiglie, imprese e banche) e farli “ripartire” o per meglio dire rialzare. Lo Stato italiano, dovrà aumentare il deficit (scompenso tra entrate dello stato sottratta la spesa pubblica) e trovare sui mercati finanziari, gli acquirenti che dovranno comprare debito italiano (BTP o BOT), per finanziare queste spese, in un momento in cui i tassi sul nostro debito sono in aumento e i mercati finanziari sono in modalità “panic selling”.In aggiunta, il blocco di tutti i pagamenti aumenterà il fabbisogno statale, i mancati versamenti del 16/03/2020 ammontano a circa 20 miliardi. Se tutto andrà bene, come si auspica, superata la crisi, ci troveremo con un debito maggiore di 30-40 miliardi di euro, su cui dovremo pagare interessi in aumento.

Cosa succederà?

Il Governo Italiano si troverà con un bilancio dello Stato con più debito pubblico, un incremento del costo del servizio sul debito (interessi), un PIL arretrato (le previsioni ad oggi stimano un -2% -4%) e quasi 50 miliardi di euro da trovare, tra il 2021 e il 2022, per disinnescare le clausole di salvaguardia che prevedono l’aumento di IVA e accise. Il quadro è ben chiaro e pone il dovere di gestire questa crisi attraverso una risposta europea che in una sola parola significa EUROBOND. La risposta dev’essere forte: un’emissione a favore di ogni Stato membro, colpito da questa pandemia, di un Eurobond a lungo termine (40 anni) pari al 2,5% del PIL. Questo debito può essere emesso dalla BEI e dal MSE e acquistato dalla BCE.