PREVIDENZA COMPLEMENTARE

Il sistema previdenziale italiano è caratterizzato dalle vaste disfunzioni distributive. Una parte importante di queste sono state generate nel passato ma rimarranno a carico delle generazioni future. Queste distorsioni non influenzano solo l’immediato presente, ma anche l’equità distributiva tra le generazioni. Il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo, per i lavoratori che all’01/01/1996 non avevano maturato 18 anni di contributi, impone che la prestazione pensionistica dei futuri pensionati, dipenderà dal montante dei contributi versati dal lavoratore, lungo tutta la sua vita lavorativa, e non più in base alle retribuzioni degli ultimi anni di lavoro. Le riforme previdenziali attuate dal 1992 al 2012, hanno interrotto il legame di finanziamento delle pensioni in erogazione con i contributi dei lavoratori attivi, introducendo un sistema a capitalizzazione puro, in cui le pensioni future si finanziano grazie ai versamenti accantonati da ogni lavoratore, a scapito però delle generazioni future, che dovranno sostenere l’onere del mantenimento delle proprie pensioni e delle pregresse, causando un abbassamento dei livelli di copertura a svantaggio dei giovani lavoratori, che solo in parte potrà essere colmato da un sistema volontario complementare, fondato su un meccanismo di capitalizzazione per l’erogazione di una rendita vitalizia, rappresentato dai cosiddetti fondi pensione.

I professionisti di Studio Clarus, con la consulenza previdenziale, entrano in campo per rendere consapevole l’attuale lavoratore/risparmiatore, sul fatto che la pensione non sarà una prestazione uguale per tutti i cittadini, ma sarà una rendita basata sopratutto sulla capacità di risparmio, alla giusta scelta del prodotto finanziario che compone il secondo pilastro pensionistico (costi e trattamento fiscale) e alla giusta scelta della linea di investimento in base alle varie fasi di mercato (principio del life cycle). La gestione di queste tre variabili adesso sono a carico del comune cittadino/lavoratore, mentre prima era lo Stato che si occupava di tutelare e fare le scelte “migliori. Il comune cittadino è di fronte a scelte essenziali per una serena vecchiaia, che sono difficili e insidiose da affrontare senza una preparazione economico finanziaria, ed a volte intermediati/“aiutati” da reti commerciali con un evidente conflitto di interessi.

Previdenza complementare: come sceglierla, quali sono i vantaggi fiscali, come utilizzarla?

Aderire alla previdenza complementare significa accantonare regolarmente una parte dei tuoi risparmi durante la vita lavorativa per ottenere una pensione che si aggiunge a quella corrisposta dagli enti di previdenza obbligatoria (INPS, INPDAP, ecc.).
E’ importante contribuire alla previdenza complementare fin dall’inizio della tua carriera lavorativa. Rimandare, anche di pochi anni, l’inizio dei versamenti significa ridurre l’ammontare della pensione complementare.

E’ molto importante valutare soprattutto i costi più che dei rendimenti (meglio una buona combinazione dei due) in quanto i primi sono fissati dal contratto, mentre i di rendimenti futuri sono ovviamente variabili; inoltre l’effetto combinato di lungo periodo e capitalizzazione composta degli interessi possono determinare, al variare dei costi, anche una differenza sul capitale finale del 20%!
  • Contribuzione : puoi dedurre dal tuo reddito complessivo i contributi che hai versato, fino al limite di 5.164,57 euro all’anno. L’agevolazione fa diminuire l’imposta che devi pagare in base al reddito.
    Esempio pratico : Il signor Bianchi è un lavoratore dipendente con reddito annuo lordo di 30.000 euro che aderisce a una forma pensionistica complementare versando un di 1.200 euro. Il signor Bianchi deduce l’importo del suo versamento dal reddito imponibile, che risulta quindi pari a 28.800 euro. La tassazione sulla base delle aliquote Irpef attualmente vigenti è pari a €7.264. Il signor Bianchi aderendo alla forma di previdenza complementare ha beneficiato in quell’anno di una riduzione del carico fiscale di €456.
  • Rendimenti : sono tassati all’11,50% rispetto al 12,5% dei titoli di stato o al 26 % che si applica invece alle altre forme di risparmio finanziario;
  • Pagamento della pensione complementare: l’aliquota dell’imposta sostitutiva si riduce al crescere degli anni in permanenza alla previdenza complementare dal 15 al 9% .
  1. RISCATTO :
    Totale 100% della posizione maturata
    -nel caso di stato di invalidità permanente che comporti alla riduzione della capacità di lavoro a meno un terzo,
    -cessazione dell’attività lavorativa con conseguente inoccupazione superiore a 48 mesi, -in caso di premorienza è richiedibile dagli eredi,
    Parziale 50% della posizione maturata
    -cessazione dell’attività di lavoro con conseguente inoccupazione per un periodo di tempo compreso fra i 12 e 48 mesi,
    -procedure di mobilità o assimilabili ad “ ammortizzatori sociali “, cassa integrazione.
  2. ANTICIPAZIONI :
    Spese sanitarie
    ottenibile in qualsiasi momento fino al 75% del maturato, tassato con aliquota fissa del 23%
    Acquisto della prima casa di abitazione per sè o per i figli
    dopo 8 anni di iscrizione, fino al 75% del maturato, tassato con aliquota fissa del 23%
    Interventi di ristrutturazione
    dopo 8 anni di iscrizione, fino al 75% del maturato, tassato con aliquota fissa del 23%
    Ulteriori esigenze degli aderenti
    dopo 8 anni di iscrizione , fino al 30% del maturato, tassato con aliquota fissa del 23% .
  3. TRASFERIMENTO :
    L’aderente può sempre decidere di trasferire la propria posizione ad un altro fondo pensione, dopo 2 anni di permanenza nel fondo. In tutti i casi il trasferimento non prevede alcun tipo di tassazione.

CONCLUSIONI

Vista l’importanza, la complessità e la varietà dell’offerta, siamo a disposizione per analisi e per due diligence di contratti esistenti e per supporto nella ricerca, comparazione e gestione di nuove soluzioni.